Non è vero, non ho una poltrona. Sono accovacciata sul letto con tutti gli arti ammucchiati intorno al computer. Berlino sa essere molto silenziosa certe mattine. Allora passeggi per gli ambienti di casa, passeggi per gli ambienti del parco sotto casa, passeggi e senti chilometri cubi di spazio, di pianura, di cielo, tutti addosso, anche in piena città. Forse sono perfino compressi…e ogni centimetro cubo d’aria contiene un metro cubo di spazio.
E te ne vai in giro, con questo mantello di immensità cucito intorno alle spalle, attaccato alla punta dei capelli. Una certa fierezza. La sensazione inebriante che in tutta questa vastità ci sarà senz’altro spazio per qualsiasi movimento o azione possa mai venirti in mente. …Come è bello, il solletico delle possibilità non esplorate, tanto che sarebbe un peccato esplorarle.
Mi piace questa storia dei blog, mi piacciono i poteri di questa moderna agorà, passeggiando per la quale capita di imbattersi in idee e sensazioni di persone anche molto lontane. Mi piace che le riflessioni, le letture, le sensazioni, le immagini, la fruizione soggettiva di questo mondo e di questo tempo diventino materiale vivo di scambio.
Voglia di partire, di andare, di liquefarmi nello spazio o di agguantarlo e dirgli che adesso lo riarredo a modo mio. O di infuocarlo con i miei capelli rossi e tutti i pensieri che li agitano. Voglia di confondere la vita e i suoi cauti orologiai, sfrecciando alla velocità della luce in mezzo al paesaggio e distruggendone i contorni.
“questo mantello di immensità cucito intorno alle spalle,” è un’immagine perfetta, dà l’idea dello spazio sconfinato come stato mentale prima ancora che reale.
ml
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Ciao Massimo, grazie del commento!
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Berlino è una città che adoro. Ci sono stata a metà anni ’90, gli anni post muro. La parte est era ancora un cantiere, l’ho respirata tutta questa città, e ancora la porto dentro.
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L’ha ribloggato su Alessandria today.
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